9 feb 2015

Mailin



E' un nome... bella forza, direte voi, ora che ci hai regalato questa perla di saggezza?


Beh, oggettivamente l'informazione così, lasciata da sola ha poco senso, per una sferruzzatrice invece acquista tuuuuuutto un altro senso.

Infatti Mailin è anche il nome dell'ultimo pattern della Kraemer (ma va? Che si capisce che mi piacciono i suoi modelli?). Un maglioncino corto con un semplice motivo a treccia sul davanti. 

Il pattern è disponibile, a pagamento, anche in italiano.

E' una doppia buona notizia per chi lavora solo in italiano, una buona notizia comunque anche per chi lavora leggendo in inglese.
Non il fatto che sia in italiano, ovvio, ma il fatto che, al contrario di moltissimi designer europei, come il tanto amato Stephen West, lei abbia deciso di non chiudere il negozio a causa della nuova normativa europea sulla vendita di prodotti digitali. 
Da quello che diceva comporterà un pò di lavoro in più per lei e per il suo commercialista, ma in questo modo potrà continuare a vendere senza dover passare da Loveknitting (che pare abbia dei problemi) o costringere la gente a cercare un negozio fisico dove comprare il pattern. 

Sarà sicuramente a causa di qualche filtro, ma se avete la (s)fortuna di vivere da Roma in giù (non mi pronuncio sulla Toscana perchè non ho feedback diretti, però) non sarete in grado di comprare i pattern di molti designer.

Il Mailin, cmq, unisce come al solito una semplicità di forme con una linea moderna quel tanto da permettergli di non essere etichettato come squallido. Nel contempo è un maglione molto indossabile ed anche veloce da fare grazie alla lunghezza contenuta.

Finito! Ed è già amore....
Il pattern è pensato per una lana tendenzialmente rustica (ma ovviamente ognuno lo lavora come meglio crede), una Shetland, di spessore aran. Insomma un maglione bello sportivo. 

Io lo sto lavorando con una lana rustica presa in val Sarentino, Alto Adige. Una lana che da.lavorare è un supplizio visto che è ruvida in modo imbarazzante. L'esperienza però mi insegna che una volta lavata,, forse semplicemente perchè viene venduta non lavata, oppure proprio per sua natura, si ammorbidisce considerevolmente. L'avevo già lavorata ed avevo attribuito il pizzicore al fatto che stavo lavorando una lana rustica e pesante in Sicilia ad agosto... ecco, no... è proprio lei.


Cmq al momento l'effetto mi piace. Ho provato ad usare una tecnica letta su facebook, lavorare prima entrambe le maniche in modo da infilarle poi dentro al lavoro, e solo dopo procedere con il corpo.  

Su ravelry ho sentito commenti contrastanti, io non l'ho trovato un metodo che mi ha cambiato la vita, a parte il sollievo, una volta finito il corpo, di sapere che era finito anche il maglione. 

Ah, so già che non farò l'i-cord nè sulle maniche nè sul bordo inferiore... con il Jeny's surprisingly stretchy bind-off ottengo un bordo contenuto ed elastico che non otterrò MAI con l'i-cord. Io ed i bordi i-cord abbiamo una lunga storia di incomprensione.

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